venerdì 15 maggio 2020

L'IMPORTANZA DELLA VALUTAZIONE DI AZIENDA AL TEMPO DEL CORONA VIRUS COVID 19


Il professionista e la valutazione d’azienda

A cura del Dott. Mario Mirabelli - Centro Studi Analisi Statistiche - Modena



La valutazione d’azienda, dal punto di vista tecnico, nell’ambito dei criteri di analisi e di studio delle attività aziendali, ha sempre più subito un notevole cambiamento sia in termini di sostanza che in termini di forma, arrivando ad essere sempre più volgarizzata.

Ciò è avvenuto sia per una cattiva informazione sull’utilizzo finale, sia per una sorta di “timore”, da parte del professionista di riferimento, nel fornire alla proprietà, quel valore dell’azienda che spesso può non coincidere con quello atteso dalla stessa. Prima di dare una definizione, poniamo l’attenzione sulle varie, ma qui da ribadire, motivazioni che ruotano intorno alla classica valutazione d’azienda. Le motivazioni legate ad una richiesta valutativa possono essere di varia natura e possono riguardare:

• Cessioni/acquisto d’azienda o di un suo ramo; • Emissione di azioni/obbligazioni; • Recesso/ingresso di un socio; • Fusione, scissione, scorporo, trasformazione, cessione di quote; • Conferimento in società; • Aumento di capitale; • Apporto d’azienda; • Procedimenti giudiziali o stragiudiziali; • Esproprio per motivi di pubblico interesse; • Rapporto con le banche; • Affitto d’azienda; • Procedure concorsuali; • Divisione di azienda; • Giudizi arbitrali; • Donazione d’azienda.

Evidenziando come, anche il settore informatico, sia di aiuto alla classica valutazione di azienda con una presenza sempre più marcata, di software di vario tipo e qualità, che utilizzano i più svariati metodi di valutazione, si evince che non esistono più particolari ostacoli tecnici alla stima di una azienda. In questo contesto il fattore ed il valore aggiunto, forniti dall’esperto, fanno la differenza, come di seguito meglio si descrive. Ragioniamo partendo, dalla semplice definizione, chiave contenuta nell’articolo 2555 del codice civile: L’azienda è il complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa. Il valore dell’azienda non coincide con quello dei singoli beni che la compongono, ma dall’unitarietà degli stessi, organizzati tra loro al fine di creare un valore aggiunto derivante proprio dal loro rapporto armonico e sinergico. Quando si parla di azienda si deve comprendere l’universalità dei beni e dei rapporti ad essa facenti capo, composti dai beni materiali (mobili ed immobili) ed immateriali, dai rapporti con il personale e con la clientela, dalle posizioni attive e passive, nonché dalle scelte imposte dall’imprenditore al fine di perseguire lo scopo di lucro.

L’azienda ha l’obiettivo di creare valore aggiunto continuativamente nel tempo. L’esperto di riferimento è coinvolto, oggi come ieri, sempre più nel rapporto armonico e sinergico che si va a creare. Nel concetto di partenza, per valutare un’azienda, è indispensabile considerare l’avviamento. Il dilemma è spesso legato alla quantificazione di tale valore, che può essere ovviamente soggettiva oppure oggettiva, a seconda che si valorizzi la persona dell’imprenditore (o della proprietà) o il maggior valore creato dal rapporto tra fattori produttivi e le attività e passività facenti capo all’azienda, in questo caso vengono utilizzati in dettaglio i dati contabili, utili successivamente anche per la stesura del bilancio.

L’avviamento è individuabile nella capacità dell’azienda di conseguire redditi nel tempo e la sua attitudine ad ottenere utili; va pertanto inquadrato come una vera e propria “qualità dell’impresa” sulla quale incidono numerosi fattori, dalla clientela all’organizzazione aziendale, dall’ubicazione all’abilità gestoria dell’imprenditore. L’avviamento può essere il fulcro ed il principio di tutta la valutazione insieme agli altri parametri che sono altrettanto importanti ma individuabili come il corretto contorno. Tenendo ben presente il concetto della curva relativa al ciclo di vita di un’azienda, che parte da zero arrivando ad un punto massimo, per poi ritornare verso lo zero, tale impostazione concettuale mette in risalto e caratterizza i cambiamenti e gli sviluppi dell’azienda nel tempo. Dapprima nasce il progetto imprenditoriale che verrà sviluppato, il quale può attraversare fasi congiunturali altalenanti (alte, stabili, basse …).

Raggiunto lo scopo sociale l’impresa può essere venduta, trasmessa a successori o addirittura liquidata e cessata. Tutto questo mette in risalto quanto sia importante il perché tenere in considerazione “gli avviamenti”, perché infatti anche un’azienda con difficoltà oggi, ha avuto un avviamento, che è comunque da considerare, nel suo passato;, così come un’azienda solida oggi ha avuto, ieri un avviamento da considerare nell’ambito valutativo. Ritornando alla precedente indicazione concettuale di avviamento, non è un caso che nell’attuale entrata in vigore di Basilea 4, che va ad affiancare, per poi più avanti sostituire gli oramai famosi parametri di Basilea 2 e Basilea 3, l’avviamento abbia una rilevanza di ampio peso valutativo.

Ritornando alla precedente indicazione concettuale di avviamento, non è un caso che nella futura entrata in vigore di Basilea 4, sono gli accordi internazionali sui requisiti patrimoniali delle banche, regole che stanno avendo ricadute importanti sull’accesso al credito (come avevano con Basilea 2 e Basilea 3) di cui possono godere oggi ed in futuro le imprese. Valutare un’azienda significa prendere in seria considerazione principalmente elementi informativi che non sempre sono identificabili nei numeri, ma è proprio su questi che possono reggersi tutte le analisi e teorie successive.

È naturale che poi subentrino, nel giudizio del valore dell’azienda, numeri e concetti di derivazione quali-quantitativa, poiché il giudizio è fondato anche sulla soggettività, relatività e indipendenza operativa e professionale dell’esperto cioè del valutatore, nonché sulla sua autonoma capacità di valutare. La differenza nell’ambito valutativo, quindi, la fa il professionista, rendendo la stima di un’azienda non più un’operazione complessa e difficoltosa, variabile a seconda delle finalità per cui la si effettua, del metodo utilizzato e della persona che la valuta, ma da attuarsi con l’applicazione di metodi logici, dimostrabili, chiari e condivisi. Una perizia non potrà mai essere oggettiva, ma per poterla rendere il più obiettiva possibile è necessario porre in essere alcuni accorgimenti: 1) fare riferimento a giudizi esterni al proprio ambito valutativo come ad esempio confronti con altre stime, col prezzo negoziato, con risultati di valore in campi similari, con dati di comparazione; 2) ricorrere ad una pluralità di criteri valutativi, presupponendo che “le incongruenze” dovute alla scelta del metodo possano in tal modo essere eliminate per compensazione con un altro metodo; 3) raccogliere un numero di informazioni il più ampio possibile da vagliare e analizzare. In tali occasioni un supporto fondamentale viene dall’imprenditore che più di chiunque altro conosce l’azienda. La sua competenza è insostituibile per valutare lo stato delle macchine, le potenzialità produttive di un complesso funzionante, la qualificazione del personale, la composizione dei costi, le scorte e il mercato. Anche in una fase di sviluppo aziendale. Scrive Luigi Guatri, precursore teorico e pratico della Valutazione d’Azienda in uno dei suoi trattati: ‘i risultati delle valutazioni aziendali sono spesso intesi (e proposti) come dati certi: siano essi espressi entro definiti “intervalli”, o ancor più con una cifra unica che vorrebbe lasciar intendere una precisione quasi infinitesimale. Nulla di più falso! Simili convincimenti sono pure illusioni, remote dalla realtà.’



1: Basilea 4 fa riferimento a normative di diversa origine e natura che modificano le precedenti regole prudenziali adottate dalle banche denominate “Basilea 3″. L’entrata in vigore è prevista dal 2021 al 2027 in maniera progressiva e nel rispetto dei Modelli Standard per la misurazione del rischio.

2: Basilea 3 dovrebbe superare gli ostacoli della precedente formulazione dando più rilevanza agli aspetti locali dell’economia, rendendo non più flessibile, ma più idonea la valutazione delle singole fattispecie. Per fare un esempio pratico, si è riscontrato come un credito non portato all’incasso nei 180 giorni per una azienda del Nord Italia sia un credito praticamente in insolvenza mentre nel Sud della penisola sia perfettamente normale una simile situazione. Un credito non portato all’incasso nell’esercizio deprime il reddito operativo, il R.O.E., il R.O.I. con tutte le conseguenze del caso.

2: Con Basilea 2 si assegna un coefficiente di rating all’impresa che richiede un finanziamento; in base a tale valutazione si stabilisce quanto l’azienda sia affidabile e quale sia il costo che la stessa sostiene nell’acquisto del denaro. Nel definire i parametri per l’assegnazione del rating fondamentale per gli istituti di credito è la valutazione della capacità espressa dall’impresa di remunerare il capitale proprio e quello dei terzi.

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