mercoledì 8 luglio 2015


Mercato degli Investment Vehicles (MIV)






Mercinternazionali
 Borsa Italiana spa in cui si negoziano azioni di investment companies e real


estate investment companies, obbligazioni convertibili e diritti d’opzione emessi da investment

companies e real estate investment companies, nonché quote di fondi chiusi.
Mercato Expandi
Mercato di Borsa Italiana spa finalizzato alla quotazione di imprese a piccola e media capitalizzazione.

Il mercato è stato istituito l’11 novembre 2003 ed è stato chiuso il 22 giugno 2009. Tra i

principali requisiti posti per la quotazione su questo mercato figuravano una capitalizzazione prevedibile

non inferiore a un milione di euro e un flottante pari ad almeno il 10 per cento del capitale

e comunque non inferiore a un milione di euro.

Mercato interbancario dei depositi (e-MID)




Mercato per la negoziazione di depositi interbancari attraverso circuito telematico gestito da e-


MID SIM spa (vedi: Depositi overnight, a tempo, broken date). Sulla piattaforma e-MID sono

attive le seguenti sezioni di mercato: trasparente multilaterale; trasparente bilaterale (request for

quote); il New MIC (vedi).





Mercato primario dei valori mobiliari
Mercato nel quale vengono offerti i titoli di nuova emissione.
Mercato regolamentato dei pronti contro termine
È il mercato italiano telematico, gestito dalla società MTS, in cui vengono negoziati contratti pronti

contro termine in titoli di Stato; è stato istituito con DM 24.10.1997 e le negoziazioni hanno

avuto inizio il 12.12.1997. I contratti pronti contro termine consistono in una vendita di titoli a

pronti e contestuale impegno di riacquisto a termine (per la controparte, in un simmetrico impegno

di acquisto a pronti e vendita a termine); il prezzo è espresso in termini di tasso di interesse

annuo. Esistono due tipi di contratti: general collateral e special repo. Il primo, per il quale non

viene indicato il titolo sottostante, ha come finalità la concessione di un finanziamento garantito da

titoli, che permette di ridurre i rischi di controparte; il secondo tipo, che presenta di norma tassi di

interesse più bassi del primo, ha come obiettivo principale il prestito di un titolo specifico.
 







Mercato secondario dei valori mobiliari
Mercato nel quale vengono scambiati titoli già in circolazione.

Mercato telematico azionario (MTA)




Mercato gestito da Borsa Italiana spa in cui si negoziano azioni (azioni ordinarie, azioni privilegiate,


azioni di risparmio), obbligazioni convertibili, warrant, diritti d’opzione e certificati rappresentativi

di quote di OICR. Il segmento STAR del Mercato MTA di Borsa Italiana è dedicato alle medie

imprese con capitalizzazione compresa tra 40 milioni e 1 miliardo di euro, che si impegnano a

rispettare requisiti di eccellenza in termini di: Alta trasparenza ed alta vocazione comunicativa Alta

liquidità (35 per cento minimo di flottante) Corporate Governance (l’insieme delle regole che determinano

la gestione dell’azienda) allineata agli standard internazionali

Mercato telematico dei titoli di Stato (MTS)




Mercato regolamentato per la contrattazione all’ingrosso di titoli di Stato, istituito nel 1988 e


privatizzato nel 1997. È disciplinato dal decreto del Ministro dell’Economia e delle finanze del

22.12.2009, n. 216; si articola nei comparti cash (compravendite a pronti), repo (pronti contro

termine) e coupon stripping (negoziazione separata di cedole e mantello).
Mercato unico
È definito dall’art. 3 della versione consolidata del Trattato che istituisce la Comunità europea come

un mercato caratterizzato dall’eliminazione, fra gli Stati membri, degli ostacoli alla libera circolazione

di merci, persone, servizi e capitali. È entrato in vigore il 1° gennaio 1993.

domenica 5 luglio 2015

SI NO GRECIA E TAGLI DI SPESA

Nel 1997 Romano Prodi riuscì ad includere l'Italia nel primo gruppo dei dieci paesi partecipanti all'euro.

Promesse su inflazione che sarebbe stata debellata, crollo dei tassi di interesse, i dati pubblicati dagli enti statistici proponevano stime su un notevole surplus primario e una notevole riduzione del debito pubblico.

Oggi paghiamo, anzi la Grecia inizia a pagare due distinti concetti all'epoca volutamente non considerati da alcuno dei referenti la gestione dell'euro zona, seppur ristretta:

1. le grandi differenze di produttività, competitività, efficienza e capacità dei diversi Stati, che gli stessi avrebbero reso impossibili da azzerare;

2. le condizioni internazionali, all'epoca favorevoli, non hanno garantito continuità. In alcun modo.

Dieci anni dopo, nel 2007/2008 la crisi finanziaria americana colpì con violenza l'Europa e la fragilità dell'impianto di Maastricht divenne evidente: le sovrani dei paesi più deboli finirono sotto attacco e l'influenza congiunta di una crescita debole o negativa e di crescenti disavanzi spazzò via ciò che era rimasto dell'avanzo primario. L'impossibilità di svalutare, l'assenza di una domanda compensativa da parte dei paesi più forti, le regole del fiscal compact crearono le condizioni di asfissia nelle quali i paesi più deboli malamente sopravvivono oggi.

Venti anni dopo, oggi 2015, si ha una situazione ancora peggiore.
Non c'è stata da parte delle autorità europee un rimedio concreto alla spirale recessiva che le regole del fiscal compact hanno prodotto.
Le economie più deboli hanno esasperato la loro scarsa efficienza.
Zero riforme strutturali. Recessione e scarsa propensione alla crescita sono problemi che si presentano insieme, ma sono diversi e diversamente si sono manifestati in 20 anni.

A Bruxelles, Francoforte, Berlino, si voleva che i paesi poveri fossero (oltre al fiscal compact) ligi a programmare riforme strutturali. Una volta completate le riforme, tutte le economie torneranno a crescere. Si diceva, scriveva e pensava.

Ma ci si è concentrati sulla finanza, sulle banche, sulla gestione parziale dei debiti sovrani, buttando sotto il tappeto la polvere e i problemi e perdendo tempo sulle riforme strutturali.

Oggi 05/07/2015 ci troviamo con l'Istat che mette sull'avviso dicendo che la ripresa prosegue ma sul quadro macro economico pesa l'incognita relativa agli sviluppi della crisi greca. L'Italia ha alle porte un autunno freddo più dei soliti, con una finanziaria che non deve più vaneggiare sulla spending review ma la deve portare a termine, un taglio selettivo della spesa che vada almeno ad incidere su quel minimo di 10 miliardi di finanziaria.
Trovare i numeri politici, in aula, per tagliare su tutto il tagliabile, non sarà facile e la polvere sotto il tappeto non potrà più essere messa.

Questo è assimilabile con quello che non è riuscito a fare Samaras nel decennio scorso e oggi, tale indicazione ha portato ad una prevedibile vittoria del NO al referendum greco.

La Grecia oggi è come l'Italia davanti alla domanda se si voleva la Monarchia o la Repubblica.
Se vince il SI in Grecia vince come ha vinto chi ha votato per la Repubblica.

Il tema è che chiunque vince in Grecia, si avrà davvero per tutti una sconfitta totale e un baratro che con il Si o con il No porteranno la Grecia sull'orlo di problematiche sociali, come in Argentina nel 2001.
Di questo nessun politico se n'è accorto.

Mario Mirabelli
Consulente aziendale