venerdì 24 agosto 2018

NAVE DICIOTTI E LA GESTIONE ITALIANA 24.08.2018

DI SEGUITO UNA CONDIVISIBILE VISIONE SULLA SITUAZIONE DELLA NAVE DICIOTTI DA PARTE DELL'AMICO MICHELE IOVINE.


DICIOTTI
Il reato di sequestro di persona non è minimamente configurabile. Non diciamo eresie. Il diritto penale non c'entra niente con ciò che sta accadendo.
C'è un problema relativo alla legge 300/88, quella cioè che disciplina le competenze della Presidenza del Consiglio dei ministri e dei Ministeri. E il problema è che il ministro dell'Interno pretende di decidere su materie di stretta spettanza dei titolari di Difesa e Trasporti.
È un problema, certo, ma è un problema politico. La legge 300/88 non solo non è sanzionata penalmente, ma non è sanzionata affatto.
Dice: "E il fatto che un signore [Salvini], che non ha alcun potere in materia perché ce l'hanno i suoi colleghi, decide al loro posto tenendo chiuse dentro una imbarcazione più di cento persone, non viola un loro diritto soggettivo?".
Di norma sì. Praticamente è come se avessimo interferito noi, nelle attribuzioni di Toninelli e Trenta. Uguale. Salvini, rispetto alle competenze dei suoi colleghi, ha la stessa titolarità ad ingerire che abbiamo voi ed io. Ha fatto come se io, che non sono un vigile urbano, passando per strada facessi le multe alle macchine in sosta vietata. Violerei un diritto soggettivo degli automobilisti. Il diritto soggettivo si ritiene violato tutte le volte che taluno esercita un potere inesistente, un potere che non ha: e io non ho il potere di elevare contravvenzioni; se invece un vigile urbano, un vigile urbano vero, facesse una multa che non dovrebbe fare, violerebbe solo un interesse legittimo (non quindi un diritto soggettivo) dell'automobilista, perché in quel caso, perlomeno, il potere in capo a quel soggetto esisterebbe. (Ho riassunto brutalmente).
Salvini non ha potere alcuno. Quindi a che titolo - ci si chiede - tiene chiuse dentro una nave cento persone?
1. La forma è salva, perché il provvedimento è sempre formalmente adottato dai titolari del Ministeri competenti (almeno spero). Se questi obbediscono a Salvini invece di decidere con la propria testa, ciò è grave ma è un fatto politico, attiene ai rapporti tra persone e tra correnti, a sudditanze interne, a voci prevalenti sulle altre. Niente che interessi alla magistratura.
2. I migranti nei centri di accoglienza possono forse muoversi? Possiamo forse asserire che lo Stato, tutte le volte che intima a qualcuno di restare in un determinato posto per un determinato periodo di tempo, lo sequestra?
L'art. 16 della Costituzione stabilisce: "Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche". I motivi di sanità e di sicurezza, quindi, possono ben vincolare anche i cittadini, nella loro libertà di movimento; figurarsi i non cittadini. Figurarsi i clandestini.
3. E' presumibile o no, è pensabile o no, che un governo si prenda qualche giorno di tempo per rappresentare e per imporre le proprie esigenze in sede europea?
Dice: "Ma la Diciotti è una nave italiana". Infatti è di per sé suolo italiano, e si trova in acque italiane. Non parliamo di un respingimento. Anzi: la nostra Guardia Costiera ha recuperato queste persone in acque territoriali maltesi, e avrebbe quindi ben potuto consegnarle alla Repubblica di Malta.
Al più è tutto un discreto cortocircuito. Ma non c'è sequestro. La magistratura non si imbranchi nell'ennesimo processo politico.
Di Salvini penso quel che ha scritto Cugia: "Un energumeno dal cervello piccolo, poco dotato culturalmente, dal vocabolario approssimativo, inadeguato al ruolo. (...) Un vero statista non perde tempo su Facebook o Twitter a eccitare la gentarella bagonga come lui".
Ma ha il grosso merito - che è poi un demerito altrui - di imbattersi sempre in nemici ancor più baggiani di lui, cialtroni in egual misura e perdipiù dalla parte sbagliata della lotta e della barricata. Non c'è un solo buon motivo, essendo sani di mente, per sperare nella invasione nera e islamista dell'Italia e dell'Europa; non c'è un solo buon motivo, essendo sani di mente, per importare gente senza arte né parte in un Paese in cui non si vive d'altro che di lavoro e in cui il lavoro già non c'è per chi c'è nato; non c'è un solo buon motivo, essendo sani di mente, per curarsi del lontano più che del vicino (ha gioco facile ma ha perfettamente ragione chi rinfaccia al Pd e alla sinistra in genere assoluta disparità di sensibilità e di trattamento rispetto ai guai degli Italiani); non c'è un solo buon motivo, essendo sani di mente, per inasprire le tensioni sociali pur di raccontarsi per forza che culture diversissime ed incompatibili tra loro possano coesistere e che la concorrenza al ribasso sui salari (primo effetto macroeconomico dell'invasione) sia solo il minimo prezzo dell'affratellamento tra le genti.
E non c'è un solo buon motivo, essendo sani di mente, per mettere sotto processo un essere vacante e vaniloquente quanto vogliamo, dall'aria eternamente avvinazzata, creato ad arte e reso personaggio televisivo domestico, compagnone e marchio di consumo immediato da comunicatori semplici e incisivi, che però per davvero non ha fatto nulla e nulla sta facendo se non un minimo d'ordine all'ingresso in un Paese che ha una storia e che era diventato terra di nessuno.