FONTE CORRIERE DELLA SERA
AUTORE DEL FONDO DI PRIMA PAGINA MARIO MONTI OGGI 22 APRILE 2012 PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DELLA REPUBBLICA ITALIANA
quattro dubbi per Ciampi
la manovra economica di primavera del governo e' nel complesso poco incisivo. e il prelievo su INPGI e INPDAI e' ingiustificato e contrario agli impegni presi
Nei commenti alle prime misure di politica economica del governo Ciampi prevale una certa delusione. Viene rilevata una sproporzione tra il calibro di questo governo . dotato di un presidente del Consiglio e di ministri economici di grande autorevolezza . e il proiettile che esso ha lanciato contro il disavanzo pubblico: una "manovrina", come e' stata chiamata, che per dimensione e natura dei provvedimenti non si discosterebbe molto da quelle viste piu' volte nel passato. Non condivido ne' la diffusa valutazione critica, ne' il presagio poco favorevole che alcuni commentatori ne traggono sull' efficacia delle prossime mosse del governo Ciampi in materia economica. E naturale che da questo governo ci si attenda un' azione ben piu' profonda e incisiva di quella intrapresa dal governo Amato, che a sua volta segno' un netto progresso rispetto alle precedenti politiche di rassegnati rinvii. Ma era probabilmente impossibile, in pochi giorni dall' inizio dell' attivita' del governo, adottare misure piu' radicali. Il vero banco di prova per il governo e' costituito dal bilancio e dalla legge finanziaria per il 1994, che saranno predisposti entro luglio. Non ho dubbi che in quelle fondamentali decisioni troveremo cio' che l' opinione pubblica si aspetta . soprattutto in materia di contenimento della spesa . da un governo presieduto da Carlo Azeglio Ciampi. Questa "manovrina" non poteva essere molto migliore. Poteva, questo si' , esserci o non esserci. Certamente Ciampi avra' ricevuto suggerimenti del tipo: "E proprio necessario intervenire subito con una manovra piccola e bruttina? Non si puo' evitare un battesimo sgradevole, accorpando questo intervento correttivo a quello piu' profondo di luglio per il 1994, e subire cosi' una sola volta e non due il "costo politico" dell' impopolarita' ? E vero, la Comunita' europea ci chiede di eliminare lo sconfinamento in corso nel disavanzo 1993, ma non possiamo pregarla di pazientare?". Va ascritto a Ciampi il merito di non avere seguito questa linea e di essere intervenuto con una manovra che se . come egli ha detto per primo . non e' "entusiasmante", e' molto tempestiva. Essa per altro contiene un ingrediente che e' doveroso mettere in piena luce: l' obbligo per alcuni enti previdenziali di versare per tre anni presso la Tesoreria dello Stato, in un conto fruttifero al tasso dell' 8 per cento lordo, il 15 per cento dei contributi incassati. Al di la' delle proteste delle categorie interessate, il provvedimento presenta una rilevante pericolosita' a livello di principi e ingenera una visione del sistema finanziario opposta a quella che il governo Ciampi si sforza di imprimere. Quattro sono i principali motivi di perplessita' . Indebitamento statale 1) Debito, non riduzione di disavanzo. Benche' presentata in un pacchetto inteso a ridurre il disavanzo, questa misura non porta ne' riduzione delle spese ne' aumento delle entrate. Il previsto afflusso di 1100 miliardi determinera' una diminuzione del fabbisogno statale solo contabilmente. Nella realta' si trattera' di un indebitamento statale. Il disavanzo effettivo si ridurra' non di 1100 miliardi, ma del risparmio di interessi su tale importo, rispetto ai tassi di mercato (una cifra oggi stimabile in 20 30 miliardi annui). 2) Prestito forzoso. Per ottenere questo piccolo beneficio, il provvedimento introduce un prestito forzoso o, nelle parole del ministro del Bilancio Luigi Spaventa, un "modesto vincolo di portafoglio". E esattamente come se lo Stato emettesse titoli triennali a tasso inferiore a quello di mercato, imponesse agli enti di acquistarli, vietasse loro di ridurre successivamente l' ammontare di tali titoli complessivamente detenuto, e addirittura di negoziarli tra loro. Un vincolo di portafoglio particolarmente stringente e anche un po' sfacciato: a differenza del vincolo che gravava un tempo sulle banche, e' imposto dallo stesso soggetto che ne e' beneficiario, lo Stato. Istituzioni finanziarie 3) Incoerenza con il trattato di Maastricht. L' articolo 104A del Trattato di Maastricht vieta qualsiasi misura che offra alle amministrazioni statali un accesso privilegiato alle istituzioni finanziarie. Collocare forzosamente il proprio debito presso gli enti previdenziali e' certamente "accesso privilegiato" per lo Stato. Se gli enti previdenziali sono considerati "istituzioni finanziarie", il provvedimento sara' incompatibile con il Trattato gia' dal gennaio 1994 (in base all' articolo 109E). Se invece gli enti previdenziali non sono considerati istituzioni finanziarie, allora desta perplessita' osservare che prestiti forzosi possono concernere perfino operatori non finanziari, come sono i risparmiatori o le imprese. 4) Preoccupazione per i fondi pensione. In base al recente decreto legislativo sui fondi pensione, nei prossimi mesi il ministro del Tesoro dovra' con decreto individuare "le attivita' nelle quali i fondi pensione possono investire le proprie disponibilita' con i rispettivi limiti massimi di investimento" e "criteri di investimento nelle varie categorie di valori mobiliari". Se deve trarsi qualche presagio dal provvedimento di questi giorni sugli enti previdenziali, vi e' il rischio che la disciplina per i fondi pensione miri a favorire ancora una volta il finanziamento del Tesoro. Consenso dal mercato Nel programma di governo presentato alle Camere il 6 maggio, il presidente Ciampi dichiarava: "Molti sussurrano, pur se pochi apertamente affermano, che potrebbe essere opportuno o necessario risolvere il problema finanziario con misure forzose: amministrative o di imposizione straordinaria o addirittura di coercizione sul risparmio. I sussurri, le voci, i rumori inquietano i mercati e intimoriscono i risparmiatori... Con chiarezza e con fermezza questo governo dichiara che la sola ammissibile politica di gestione del debito e' quella che passa attraverso il mercato e dal mercato riceve consenso; che ogni altra scorciatoia sarebbe insensata; che i sussurri non trovano fondamento e che chi li trasforma in grida mostra, a essere benevoli, insufficiente conoscenza dei veri termini del problema". Questo governo ha grande autorevolezza nella propria guida e nel proprio seno. Merita simpatia e sostegno. Vorra' forse valutare se . non per cedere a questa o quella categoria, ma anzi per non deflettere dai principi che ha enunciato, per non dare esso stesso fondamento ai "sussurri" . non sia conveniente riconsiderare il provvedimento di cui si tratta. Mario Monti Dalla prima pagina
Monti Mario
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